Al servizio della fede e della speranza

Vale la pena studiare teologia oggi? E’ la prima domanda che nasce in quanti di noi ci sentiamo motivati\e a percorrere lunghi cammini di ricerca e infinite ore di riflessione.

Maio 2013 | Nancy Raquel Fretes Martínez | Esperienze

E’ un paradosso la pretesa della domanda: studiare teologia, la scienza su Dio, forse non è detto tutto … più che imparare o dire…

La risposta si riflette nei volti di coloro che ci interpellano: i poveri, i disoccupati, gli stanchi, i giovani senza orizzonti, le ragazze madri, le vedove, le donne maltrattate, i bambini violentati … sono loro che ci turbano con la domanda non formulata, sul senso della vita, la verità dell’ amore e la certezza della speranza.

La teologia non è una professione tra le tante, è un ministero, una diaconia, una vocazione al servizio della fede e della speranza in questo mondo frantumato. Ogni vocazione è un dono, per questo una chiamata, è un fuoco che arde dentro spingendo a cercare risposte nuove in ogni momento storico (Dinamismo carismatico di Santa Giovanna de Lestonnac, fondatrice dell’ Ordine della Compagnia di Maria Nostra Signora).

Dagli albori del cristianesimo fino ai nostri giorni le sfide hanno suscitato la necessità di dare ragione della fede e della speranza. I primi scritti dei Padri della chiesa, le loro omelie, dei veri e propri trattati di teologia, sono sorti in momenti di grande controversie, sia con la tradizione greca sia con quella giudea, come con le crisi eretiche all’ interno del cristianesimo. Queste situazioni obbligarono a riflettere sull’ evento salvifico e a dare ragione della professione di fede.

La fede in Gesù risorto è un fatto, però, questo che significa oggi? Come renderlo comprensibile per l’uomo e la donna del terzo millennio?

I volti che ci interpellano rendono credibile la validità degli studi teologici. L’intemperie vissuta davanti alla fragilità ecclesiale è una sfida stimolante, solamente quando le basi delle nostre false certezze si muovono e scuotono la polvere di antichi saperi, siamo fatti per lasciarci interrogare e dare nuove risposte.

Che significa credere in Dio Padre, in Gesù Cristo suo Figlio e nello Spirito Santo, in un tempo tanto controverso? Una possibile risposta si profila al lasciarsi toccare dalla realtà, nello sperimentare e sentire il dolore – clamore dei popoli, nell’ entrare senza paura nei labirinti oscuri della notte e da lì aspettare la gestazione della possibile proposta – risposta. Solamente in questa prospettiva si può capire la validità della teologia oggi.

Studiare teologia significa capire dal di dentro il mistero che ci abita, implica un incontro con la Parola, con il Verbo di Dio fatto carne, con la sapienza del Padre e la sua proposta di vita, il Regno: chi ha visto me, ha visto il Padre (Gv 14, 9b.). E’ un incontro dialogale nel quale si articolano la teoria e la mistica, il sapere e l’esperienza, da cui nasceranno proposte per il momento storico.

Il teologo e la teologa imparano ad ascoltare nel silenzio del tempo, a discernere le voci, scrutare l’ orizzonte, a interpretare la realtà alla luce dell’ evento salvifico e osano umilmente tradurre nel linguaggio attuale l’ antico sempre nuovo. Da studente, discepolo\a si trasforma in apostolo, portatore della Buona Notizia, spinto\a a proclamare e ad annunciare quello che ha visto e udito, in questo incontro. Si fa diacono della Parola al servizio della fede e della speranza.

I volti ci assicurano che vale la pena spendere la vita leggendo, interiorizzando, riflettendo, per adottare un granello di sabbia per la comprensione e l’ accoglienza della Buona Notizia di Gesù e il Regno oggi. La teologia è uno studio che appassiona per la possibilità di dire lo stesso in un modo nuovo, con il linguaggio del presente. Appassiona perchè implica la vita in quello che si comunica. In ciò che scrive, il teologo e la teologa, esprimono la loro professione di fede, la ragione della speranza e l’ impegno con il Regno. Anche se è apostolo rimane discepolo\a.

Non è stato ancora detto tutto, il Vangelo: Gesù Cristo e i Regno, è una fonte inesauribile che scaturisce per colmare la sete degli assetati in ogni tempo e luogo. Le ombre del nostro oggi ci stimolano a scoprire il lucignolo che ancora arde per avvivare il fuoco e alimentare la speranza.

Questa è l’allegria e l’ incoraggiamento che sento quando mi penso qui a Roma facendo il dottorato in teologia.

La tua risposta*

Ti ho gridato una domanda
più grande di me stesso.
Ho voluto la tua risposta all’istante
con un clic sulla tastiera.
Però mi ha risposto il tuo silenzio
tra assenze digitali.

Ogni giorno e ogni notte
la domanda mi trafiggeva
con il suo filo a spirale,
toccando le mie conoscenze.
...
Nella mia ferita aperta
hai seminato una parola
mai pronunciata prima
e l’hai coperta di silenzio
con la palma delle tue mani.

Nel crescere dentro di me,
ha dilatato le mie certezze
e ampliato il mio corpo
per accogliere la sua altezza.

Solamente quando è nata
come parola mia,
c’è stata la tua risposta
generata nelle mie viscere.
 

* González Buelta, B., Caminar sobre las aguas: nueva cultura, mística y ascética. Santander: Sal Terrae, 2010, pp. 67-68.

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2 Comentarios

dice:
María Cecilia Correa dice: Artículo profundo y vivencial impulsa el deseo de ser discípula y apóstol
beatriz cortes dice:
que maravilla de articulo , me gusto mucho y que bueno seguir leyendo tus articulos

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