Un’esperienza… di Persona

Il Piano di Formazione del Progetto Bordeaux, “Mantenere viva la fiamma… condividere il dono”, ha iniziato con un gruppo di 13 persone, laici e religiose, professori dell’Istituto Nostra Signora di Pescara, nel fine settimana del 25-27 ottobre.

Noviembre 2013 | Emanuele Di Sante (Pescara, Italia) | Experiencias

Ecco alcune risonanze di uno dei partecipanti, Emanuele Di Sante.

L’esperienza è sempre misteriosa, lo sappiamo. Se poi è Dio a tessere le fila di quel racconto, siamo certi che la sorpresa sarà garantita, intensa, perché coinvolge Persone unificate. Il primo weekend del piano di formazione promosso dalla Compagnia ha senz’altro toccato alcune delle corde più intime dell’umano. Siamo partiti dal nome, dal nostro nome. E questa scelta è stata come un augurio, quello di percorrere una strada con amici sinceri, che vogliono capire chi sei veramente e che desiderano chiamarti sul serio, non distrattamente. E allora è bene scegliere quel nome che ti rappresenta al meglio, come un ritratto, quello con cui ti senti davvero a casa. Credo che tutti siamo rimasti affascinati da questo inizio, perché non puoi né amare né rispettare qualcuno che non hai ben presente di fronte ai tuoi occhi e al tuo cuore. Dalla presentazione poi alla creazione, un passaggio ricco di segni invisibili che ci hanno suggerito tante indicazioni, senza parlare mai esplicitamente, perché Dio parla sempre con stile diverso e irripetibile, appunto da grande Artista qual è, il più grande.

È lui il vasaio che modella i nostri pensieri e convoglia per i giusti sentieri i desideri più nascosti. Allora l’argilla ha testimoniato proprio un segno di questa fragilità mista alla tenerezza di Chi sa aspettare il tempo giusto, per ognuna delle sue creature. Attraverso questa argilla, abbiamo scolpito il nostro meglio, l’aspirazione umana e spirituale che ci contraddistingue o forse la passione per ciò che vorremmo diventare e che non ancora riusciamo a tradurre in vita. Alcuni risultati ci hanno fatto sorridere, altri hanno acceso gli sguardi emozionandoci. Mi è sembrata un’ulteriore via d’accesso, una chiave per comprendere l’anima di chi stava seduto al nostro fianco. E questa è un’occasione che ci spaventa per la sua multiforme bellezza. È stato un itinerario di conoscenza, un cammino di scoperta del nostro mondo o di quelli possibili che ci riguardano. Assomigliano un po’ all’Infinito cui tutti, nel profondo, aneliamo.

Del resto il cuore necessita continuamente di nuove strabilianti esplorazioni e nessuno può immaginarsi al riparo da ulteriori sorprese nella scoperta di sé. Per questo motivo la riflessione sulla nostra storia e su come essa agisce inconsapevolmente sulle scelte quotidiane, ha confermato il bisogno che noi tutti abbiamo di continuare ad esplorarci, senza cedere a stanchezze o a falsi traguardi dorati, poiché provvisori.

Il traguardo c’è ed è l’incontro con la Fiamma donata. Nel piacere stesso di avvicinarla, o meglio, nel tentativo di farlo, c’è forse già l’apice del piacere più autentico, quella felicità inenarrabile che l’uomo cerca da sempre e che non vive mai una verità scottante, finchè Qualcuno non lo chiama. E la lettura finale del Vangelo ce lo ha dimostrato, ancora una volta, in maniera avvincente e inedita. Gesù chiama gli apostoli perché ha bisogno di mani e piedi che non si limitano a calcare strade, ma che abbiano l’ardire di incendiarle… del suo imprevedibile Amore.
 

Emanuele Di Sante: professore di letteratura italiana nel Liceo Nostra Signora di Pescara (Italia). Gestice, con altri due professori, il Caffé ArtUS, il café literario d'Arte, Umanesimo e Spiritualità nella scuola. 


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